Il “Bruco” che non si trasformerà mai in farfalla



Bresciaoggi 8 Settembre 2018

Destinato ad accogliere 18.000 passanti al giorno proteggendoli da vento e pioggia, il cosiddetto “Bruco”, passerella pedonale sopraelevata opera dell’architetto Piero Gambacciani, doveva essere il fiore all’occhiello del centro funzionale del quartiere della Foce, destinato, negli anni ’90 quando è stato costruito, a dare un nuovo sviluppo alla città di Genova.

Nei fatti però la passerella è stata sempre poco utilizzata, divenendo ben presto ricovero di senzatetto e tossicodipendenti. Chiusa da anni, si parlava, già nel 2013, di una sua possibile demolizione sempre però rinviata. La necessità di promuovere interventi finalizzati a scongiurare nuove alluvioni ha fatto sì che anche la demolizione del “Bruco” rientrasse, quale opera complementare, fra quelle di messa in sicurezza del torrente Bisagno.

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Sono bastate due notti, invece delle quattro inizialmente ipotizzate, per demolire l’estrosa passerella pedonale di Genova che collegava, dall’inizio degli anni ’90, i giardini di Piazza Verdi con la Corte Lambruschini sovrapassando Viale Emanuele Filiberto Duca d’Aosta. Chiusa da anni, e ormai simbolo di degrado, il “Bruco” è stato demolito lo scorso dicembre con piena soddisfazione da parte della stazione appaltante per la buona riuscita dei lavori grazie alla meticolosa ingegneria della Prandelli Santo srl di Brescia


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